giovedì 8 marzo 2012

Io ti ho vissuto, più o meno per piacere

C'è una canzone che mi ricorda tanto di noi due, c'è un messaggio che ancora parla del tormento che mi portavo dietro quando non mi rispondevi. 

Ci sono ricordi che spostano i capelli e fanno inclinare la testa, mentre una tisana riscalda lo stomaco.  
Ci sono poi quei sorrisi che arricchiscono il viso di una tua amica, mentre constatiamo che tutto quello sbatter di ciglia era solo utopia.
E adesso siamo altro e noi due non siamo più nemmeno argomento del lunedìdellatisana. Che spero diventi presto il lunedìdell'acool.

Perchè si sa più le cose cambiano, più noi diventiam grandi, più io rincorro la nostra foto e la tengo dentro al cellulare per non dimenticarmi di quella mezz'ora che ha provocato tanto benessere. 

L'altra sera, mi sono addormentata con te al telefono, e non avevamo un cazzo da dirci, ma stavamo lì a ridere di cavolate, di discorsi senza senso che ci son sempre piaciuti.

All'improvviso ti sento dire: "Che spreco Susi." 
"Spreco? No dai, pensa se quella sera rimanevo a casa e tu non mi bruciavi un dito. Quello sarebbe stato tempo sprecato."
"Ho anche capito perchè ci rincorriamo."
"Dimmi."
"Perchè tu sei me, e io sono te. Ovviamente io son senza tette, ma sei così simile a me."
"E allora rimaniamo così."
"Grazie."

Perchè in 40 parole, finalmente abbiamo preso coscienza.
Maestri delle porte aperte, eh?

E adesso c'è altro da noi. 
Io qua, tu là, conoscenti che si scambiano un messaggio settimanale, per non cedere alla realtà e all'evidenza che oramai non siamo più niente di quel noi che credevamo.

O forse semplicemente è questo che ci è concesso, qualcosa che va oltre a noi. 
Intanto io ti ho vissuto.

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