giovedì 22 marzo 2012

Occhi lucidi nascosti dietro ad una maglia, la voce rotta dalle lacrime che colano e rigano le guance, un pianto soffocato. Eccolo il mio malessere, eccolo lì che esce, che descrive particolari che nemmeno ricordavo, che in 30 secondi mi ricorda la sonorità della Tua voce.
Adesso sorrido.
Finalmente.
Sorrido perchè ti e mi ricordo.
E ti ho detto, da quanto tempo e mi hai risposto, son sempre stato qui, adesso vai però e allora ciao.

Il dolore alla mano, immobilizzata, ho mollato la presa, e non ho più voglia di ristringere per ristringere il pugno. Non voglio che torni, non voglio sentire più niente di te.
Te che hai sempre fatto il deciso, che io di qua che io di là, davanti ad una scelta non sai sceglie. Rinunci.
E allora ipocrita, e allora rimugina e ripensa.
Io ripenso a quant'ero bella.
A quanto profumo ho lasciato nell'aria e a quanta decisione ho spruzzato in 15 minuti.
Bella, cazzo.
Ma molto. Avrei voluto avere un filmato della scena per paragonarlo alla nudità e alla debolezza di sta sera.
Alla carne viva che in mezzo minuto si è scoperta e ha mostrato me. Quella me che vien fuori ad ogni fioritura d'oliva.
Non mangio olive, non voglio sentire l'odore.
"Il prossimo sarà ancora meglio."
"Ti lascio un minuto per te e poi ti racconto una storia."

La storia non me l'hai raccontata, e la frase non me l'hai detta.
Io sento freddo e sono talmente stanca che comincio a credere che sia tutta una montatura.
Domani finisco di scrivere.
Adesso ho sonno.

Nessun commento:

Posta un commento

Un commento per un desiderio