mercoledì 4 aprile 2012

Capiterà poi un giorno, che PerPiacere...

Mi son successe un sacco di cose a caso nell'arco di 12 ore.
A caso belle però, a caso giusto però.

Mentre risalgo in macchina, distrutta dal non aver preso il mio libro, mi viene in mente che a casa di libri che vorrei leggere, che ho cominciato e poi lasciato da parte ne ho uno scaffale pieno.

Chi è stato qui, chi ha messo piede nel mio mondo, adagiato sul divano e sfogliato con gli occhi le mille cose che ci sono qui, sa cosa intendo, quando dico uno scaffale pieno di libri.

E' più forte di me, vado in libreria, nella mia, mi prendo qualche libro in mano e poi finisce che mi faccio ammaliare dalle copertine, dai consigli, dal sentito dire, compro e me lo porto a casa.
Qualche volta lo sfoglio, annuso le pagine, e sedendomi sul divano, penso che dovrei leggerlo, ne leggo dieci forse quindici pagine, poi chiudo tutto e lo appoggio lì, sul tavolino.
Un segnalibro di fortuna, che di lì a poco diventerà il più bello in assoluto, segnerà dove si è fermato il tempo.
E non è che non mi piacciono i libri, sia chiaro è che mi faccio talmente tanto trasportare dall'odore e dai pensieri che non riesco a leggere.

Ho cominciato 20 libri, li ho contati, di ognuno ricordo l'odore, il momento in cui ho deciso di comprarli e quando ho letto le prime 20 pagine, quando l'ho lasciato lì sullo scaffale con il segnalibro più bello che potessi trovare in 20 secondi.

Ricordo tutto, anche i personaggi, di quello c'è uno che si chiama Giacomo che va con una prostituta di Venezia, di là c'è Elisabeth che ha trovato l'amore della sua vita ma ha deciso di scappare, e poi c'è Gianna che conosce i suoi nipoti, e poi c'è il medico che dedica 20 minuti ad ogni paziente e sembra il dottore migliore del mondo.
E ci son tantissimi altri personaggi, ma tra quelli ci sono anche io e ci sei anche tu, divisi da un ferma-libro e dalla casualità che non ci ha messo sullo stesso scaffale.

Due libri con la copertina bella, luccicante, così reale, che per puro caso non son vicine, o meglio non così tanto da poterle scambiare e farsì che diventino un unico libro.

Capiterà poi un giorno che il mio involucro lo donerò a te e io mi vestirò del tuo, e già so che mi sentirò bene a mio agio con le tue quarte di copertina che mi cingeranno il collo e mi accarezzeranno le pagine.
Pagine che si abbelliranno di contorni definiti, di scritte d'orate e argentate, di bambini disegnati con un miscuglio di lineamenti che ricorderanno noi e quello che eravamo prima di scambiarci ogni cosa.
Non stravolgerai la mia vita, Libro mio, la renderai solo ancora più interessante di quello che già è.
E allora forse finirò di leggere anche gli altri 20 libri, o forse no, mi basteranno i nostri. Credo.

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