domenica 25 novembre 2012

Candela Di Vaniglia Bianca

(Verde - Dente)


Erano così belli sdraiati che fu un peccato alzarsi anche solo per controllare l'ora.
Fleur dormiva avvolta in una coperta gialla dal profumo primaverile, i sogni facevano a cazzotti con i movimenti lenti di una notte passata a guardare il soffitto.
L'odore di vino aveva inondato la stanza.

Si alza, prende la sua felpa e si riaggomitola sotto le coperte, trattenuta per un braccio e da un sorriso mozzato da un: "Vieni qui sotto le coperte che è freddo."
Non l'avrebbe lasciata andare via, non ora.
Dormivano ancora, coccolati dal rumore della pioggia fina, mentre fuori il gatto miagolava per un po' di attenzioni.

Indecisa tra lo staccarsi con un movimento definitivo oppure sopportare l'ansia e provare a riprendere sonno.
Erano le otto e le sembravano le cinque del pomeriggio, obbligarsi a dormire le ricordava i pomeriggi con la nonna.
Non poteva staccarsi, era il loro momento quello: dormire.
Bastava uno scatto e quel legame si sarebbe sbriciolato.

Aveva ricominciato a guardare il soffitto con gli occhi spalancati, si rigira su di un fianco ancora, copre gli occhi e pensa che doveva sentirsi lusingata ad abitare quelle lenzuola, eppure era distratta forse i rumori, il gatto.

Giocare con le ombre sul muro, la tranquillizzava sempre. Usava l'immaginazione per sopportare. Guardare le ombre era sempre affascinante, si innamorava di ogni storia immaginata.

Fleur osservava i movimenti, l'ombra della coperta scandiva i respiri profondi di un sonno interrotto dal bagliore della candela.
Era giorno, pioveva e la candela bianca alla vaniglia aveva vegliato su i due tutta la notte.

L'ombra si alza, guarda il muro, si avvicina al viso di Fleur e mentre le sistema le coperte, si sdraia e chiude gli occhi.
Un brivido le percorre la schiena e la costringe ad alzarsi, prende la sua coperta gialla e fugge fuori.
La pioggia le bagna il viso, il gatto le si accuccia tra i piedi e rimane lì, seduta sul marmo, le mancava il respiro.

Divisa a metà, Fleur, ascoltava i rumori nuovi, sperava che il cuore smettesse di battere così forte. Metà era felice della pioggia mentre l'altra le chiedeva disperatamente di tornare a letto e di riaddormentarsi.

Qualcuno la sentì, un uomo con la barba folta la vide e si precipitò ad abbracciarla.
Voleva tornare a casa, voleva smettere di sentirsi così inadeguata e in colpa.
Specchia il suo viso cullato dal rumore di una doccia che lascia scorrere la prima acqua fredda, poi asciutta e tranquilla aspetta Lui e il suo risveglio.
"Hai dormito bene?"
Fleur annuisce.
Se l'abbraccia e tutto passa, anche l'ansia e l'inadeguatezza.

2 commenti:

  1. Hai scritto: "copre gli occhi e pensa che doveva sentirsi lusingata ad abitare quelle lenzuola, eppure c'era qualcosa che la distraeva" La cosa che la distraeva era il suo pensiero. Non è lei a doversi sentire lusingata, è quell'uomo lì che non ha ancora capito quant'era fortunato ad averla ad un palmo dal naso.

    M.

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    1. Fa a botte con l'autostima da sempre, Fleur.
      Era migliorata, ha avuto un calo.

      Grazie Emme.

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