martedì 4 dicembre 2012

"La chimica, bisogna ascoltarla."

"M'innamoro cinque o sei volte al giorno."
Ripeteva l'uomo appoggiato alla porta con la giacca.
"E tu? Quante volte t'innamori, eh?"

Lei abbassò lo sguardo e cercò di nascondere quanto più poteva il rossore sulle guance. 
S'innamorava troppo spesso, più di qualsiasi altra donna dalle scarpe rosse. 
Passeggiavano per le vie della città, abbracciati ad un freddo polare che lasciava nuvole di fumo ad ogni respiro.

"Divento noioso e parlo solo io, frenami!"
"Frena."
"Sto zitto?"
"No, frena la macchina."
"Ah."

"Chiacchieri troppo signor VendoDentifriciAncheAiNeonati."
"Se non chiacchiero io, tu stai in silenzio. E il silenzio non è bello."
"Qualche volta basta solo guardare un po' di più."
"Qualche volta mi rompi il cazzo."
"Tipo quando ho ragione?"
"Tipo, si."

"Hai pensato a dove mi porterai giovedì?"
"Cos'è giovedi?"
"E' una settimana da quando mi hai fatto sbattere la testa."
"Quindi?"
"Quindi, si deve festeggiare."
"Cosa c'è da festeggiare?"
"Per festeggiare bisogna avere una motivazione, sempre?"
"No."
"E allora perchè fai storie?"
"Perchè volevo vedere dove andavi a parare e quanto ci mettevi per far venire fuori la donna scassacoglioni."
"Non provocare, ragazzo."

Mangiarono, Fleur e l'uomo, qualcosa di indefinito. 
Rincoglionirono la bionda che sembrava  felice di giovani in un posto per vecchi. 
Ordinarono Martini, ed erano d'accordo, sembravano in vacanza in un giorno qualunque, in una città familiare.
Parlarono, talmente tanto che la gola si seccò e il gran chiacchierone, rimase in silenzio.

"Il tuo silenzio parla da solo."
"Cosa dice?"
"Che ti sei rilassato e non hai bisogno di dire cose stupide."
"Dico cose stupide?"
"Ogni tanto."
"Quindi adesso parli tu?"
"No. Adesso stai zitto, per cortesia."

Guardarono il cielo e le mani cominciarono a scaldarsi. 
Per un momento, la chimica venne messa da parte.

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