sabato 19 gennaio 2013

Rinunciare al veleno

Istruzioni per l'uso:
ascolta ,
ricorda la frase
"...sei tu il suo riflesso...",




Si può sentire la mancanza di qualcosa che ancora non c'è? 
Me lo chiedo da sempre o forse no, facciamo da quando ho capito che le bambole erano e sono lo specchio dei miei desideri.
Da adolescente mi nascondevo dietro all'idea NonHoBisognoDiNessunoMiBasto e puntavo il dito contro chi innamorato si perdeva dietro alle labbra del fidanzato. Solo adesso capisco che era la stronzata più grossa del mondo.
In realtà mi proteggevo dall'enorme bisogno che avevo, dalla paura di essere abbandonata prima ancora di essermi affezionata a persone, gesti, cose e città. Da un mese ho imparato ad ammetterlo.

Volere non ha mai fatto rima con avere, tra me e il Principe Zuccherino.
Gli ho sempre dato la colpa di tutto, senza accorgermi che era anche merito mio se quella o questa situazione è tra di noi. Forse sarebbe ora di "rinunciare al veleno".

Entrando nel dettaglio, quello che manca è la quotidianità di coppia: il vivere accanto all'uomo che ami, giorno dopo giorno, dopo il lavoro e durante una giornata come questa, in cui lavorare a casa diventa la soluzione migliore per guardare le goccioline di pioggia scorrere sul vetro.
La condivisione di risate, sogni, opinioni e consigli.

E' un periodo di grandi cambiamenti e lo sappiamo bene: prima di cambiare siamo circondati da paure, ansie e dolore.
Ho visto il suo nome brillare sul mio cellulare, tutti felici tranne il mio ego che urlava le solite tre parole: "Ricordati il dolore!"
Il mio sorriso ha etichettato il messaggio come spam e ho risposto.

Non so come sia essere nello stesso posto 24 ore su 24 e probabilmente non so nemmeno se riuscirei a farlo, ma credo di voler provare.
E perché in questo mondo l'intenzione non è sufficiente per avere?

Viviamo due tempistiche diverse, lui c'è già mentre io ci devo entrare, sono cosciente che sarà così anche per me.
Lavoro e poi forse viene il nostro noi, mi concederò il lusso di svegliarmi in un letto non mio, nascondendomi nella scusa più banale: non ho tempo.

Credo di aver sperimentato l'amore, quello che dicono difficile, delle farfalle nello stomaco e chissà quando tornerà, quando ci saranno momenti di panna e fragole, di risate e di baci al sapore di sale, di pizze dure da buttare via e del letto sfatto.

A:"Lo sai che le tue tette sembrano grandi così da qui?"
S:"Sembrano. Hai detto bene."
A:"Domani è il 20 gennaio?"
S:"Si"
A:"Lo sai che domani sono ben 7 anni che ci conosciamo?"
S:"Quindi siamo già alla crisi del settimo anno?"
A:"Perchè fino adesso era il periodo bello?"
S:"Già, forse potremmo solo migliorare."
A:"Potremmo?"
S:"Lo chiedo io a te: potremmo?"
A:"Si. Per esempio le tue tettine potrebbero diventare tettone domani."
S:"Dico quello che penso?"
A:"No, ti prego. Non uccidere il mio orgoglio maschile."
S:"Mi manchi molto."
A:"Anche tu."

Ci siamo persi e ritrovati talmente tante volte per colpa mia, tua, dei maya, delle stelle, del nonno e della nonna che spero di non perderti più, anzi di averti più vicino, più dentro.






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