martedì 12 marzo 2013

Solitario




Istruzioni per l'uso:
armonicamente,
ritmicamente,
testualmente,
colonna sonora.



I mostri del passato ritornano e solo a quelle forti braccia tatuate permetto di stringermi e ripetermi che non c'è bisogno di aver paura. 
"IO non sono come quello lì" diventa il ritornello, l'eco che rimbomba sotto l'ombrello, con la pioggia che non lascia spazio al sole.
Camminiamo e mentre tuffo un piede dentro ad una pozzanghera scopro che stavo per farmi sfuggire questo momento per un capriccio.

Le etichette delle maglie sono fastidiose.
Seduti in una tavola calda pesarese, parliamo e mangiamo patatine. 
"Ci sono i cetriolini!"
"Ti sbagli, giovane baldanzoso!"
E invece è così, ci sono. 
La cosa assurda è che a me non piacciono i cetriolini e io, quel panino lo mangio da sempre. 
Ci vuole un nuovo punto di vista.

Fermarsi davanti al vetro e non riuscire ad attirare l'attenzione, perché occupato.

Sono un animale solitario, dicevo. 
Ho bisogno dei miei spazi e dei miei momenti, forse periodi.
Ho trovato un libro che mi sta massacrando, mi sto godendo questi giorni nel silenzio completo, senza parole sprecate, senza immagini forti nè sorrisi duri e bugiardi.
Sono oramai, convinta di star facendo una scorpacciata di solitudine in previsioni di momenti di caos, la mia indipendenza mentale prevale sul bisogno di rimanere in branco.

Ho agganciato la vita tenendola stretta tra le braccia e ho sentito il rumore del pianto riempirmi le orecchie.
Improvvisamente l'alcool non risolve i problemi e abitare nel mio corpo non mi rende una persona più felice.

Voglio cambiare, non voglio pensare che tra poco tutto tornerà uguale ad un mese fa.
Voglio sentirmi dire cose e provarne altre.
L'idea che noi due rimarremo sempre lontani, comincia a non spaventarmi più.
Forse sono fatta per la solitudine e non per la confusione.
Forse.


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