lunedì 24 giugno 2013

VentidueGiugnoDuemilaeDodici

Luccica l'anello che hanno il dito.
Faccio caso a quella fascia d'oro giallo che illumina gli occhi e riflette la giornata appena trascorsa.
L'emozione la si legge negli occhi e la ritrovo negli abbracci che mi fasciano e mi ricordano che forse ne vale la pena.
Emozione nascosta tra le lacrime di una giornata faticosa.
Il letto vuoto e le stelle che mi accompagnano. 
La luna grande e rossa sembra guardarci, c'ha scoperto mentre scrivevamo messaggi idioti.
Frasi inaspettate. 
Stupore e sorrisi che arrivano a 250 km da qui.
Scoprire che Ferrara non è poi così lontana, anzi.
Il Ventidue di Giugno non è mai stato così simbolico come quest'anno.
Il 21 è il giorno della nascita, figurati il 22.
Il Ventidue di Giugno, loro mi hanno regalato un sorriso e un ricordo che tengo tra i segna libri.
Le cose importanti stanno in quella scatola, si sa.
Succedono cose, vedo gente e ne incontro altra.
Ritrovo amici d'università che non servono, non si ricordano di me, io si, osservo.
Chiacchieriamo e un vaso di fiori mi distoglie lo sguardo. 
Accendi le candele, mi dicono.
Ogni buona festa che si rispetti, comincia quando si accendono le candele.

Nostalgia canaglia. Sorrisi a mezz'aria rimasti sospesi.
Limone, sale, zucchero e un po' d'acqua è la ricetta magica contro la sete.

"Quanto sei dimagrita da quando lavori qui?"
"Non lo so, ma deduco che lei lo sa."
"Come fai a saperlo?"
"Così intuito."
"E' il mio occhio clinico."
Alla decenza non c'è fine, conto i giorni al contrario per vederti.
Chissà, magari se guardiamo la stessa luna, i giorni s'accorciano e il quel "presto" diventa "adesso".


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