sabato 1 febbraio 2014

14OreDiDopo

Volevo scrivere qualcosa riguardo alla telefonata delle 7.00 e all'incontro delle 21.00.
Poi ho guardato sui polpastrelli e ho rinunciato, a vivere d'immaginazione.
Per tutto il resto rimango drogata di sogni.
14 ore di differenza e una tranquillità che non credo d'aver mai provato con nessuno.
Solo sul mio Divano, proprio quello.

Vorrei dirvi veramente quello che è stato, minuto per minuto, per il gusto di avere una vostra opinione, ma la memoria da pesce rosso ha colpito ancora e così son tornata a casa tranquilla, rilassata. Con un pc che funziona e un sorriso da ebete, non chiedermi perchè, non lo so.

Non ho detto quello che bisognava dire, non ho fatto quello che andava fatto, nessuna regola, nessun manuale e nessun consiglio.
Mi son agitata, la doccia è stato il palcoscenico per un SanRemoTuttoMio e con i piedi a raso terra sono andata.

L'esperienza insegna che se fai quello che va fatto, quello che va detto, alla fine lui finisce con un'altra, precisamente una tua amica. (...giusto per evitare riferimenti a cose e persone realmente esistiti.)
E allora, vaffanculo manuale.

Son sempre stata l'indecisa cronica, con l'autostima sotto le scarpe.
Ho bisogno della mano sulla spalla per fare un passo, rispondo ad un sms solo dopo aver accuratamente appurato che c'è dell'interesse apparentemente vero, sono io quella che ha detto sì ad un uscita solo dopo l'approvazione del mondo, quella che ha chiuso la porta a certe persone perchè "Susanna l'amore è un'altra cosa.".
Mi son fatta mille problemi perchè puntavo troppo in alto secondo qualcuno, mi sono ubriacata e tornata a casa con non so chi, stremata dal bisogno di esser accettata.
Ho fatto gli occhioni languidi solo per accontentare un bisogno di mondaneità, come se stare con lui fosse sinonimo d'approvazione pubblica.
"Cazzo, ma proprio lui?" ecco dove risiedeva la passione, nelle associazioni mentali degli altri.

Oggi, un sabato qualunque, ho sentito il profumo dei fiori in camera mia, mi sono svegliata con il tuo pensiero addosso.
Il corso di corsa, mi siedo e dopo la seconda lettura parto per la tangente.
Guardo fuori e addio poesia.

"Sono diventata grande, cazzo e non c'è più niente da fare, adesso." così ho commentato davanti ad un bicchiere di vino, ieri sera.
"Quindi quest'anno è l'ultima estate che siamo tutte spaiate. Io porto a lucidare la bici già da Aprile e vaffanculo."
Un giorno ti svegli e accetti un lavoro che con te apparente ha ben poco in comune.
In prima linea come sempre quando faccio qualcosa, tutto sotto controllo, alla ricerca del lato positivo, perchè sta gente deve pur esser felice. Nuove persone, ricominciare e farsi accettare. Vado avanti, testarda come da buona tradizione. Imperterrita a muso d'uro trasferisco tanti libri, tanti fogli, tante parole che non troveranno mai posto nel mio ufficio.

E sono qui che ancora non so cosa voglio fare da grande, in cerca di un'occupazione che possa rendermi felice. E non m'arrendo.
Troverò un posto anche per me, in questo mondo di matti, pur non avendo già il destino segnato.
E si, perchè io ho la capacità d'arrangiarmi e  riesco più o meno bene.
Non ho un orecchio assoluto, non ho le gambe da gazzella, non ho una voce pazzesca, non ho la mano da pittrice, ne tanto meno l'intuizione di un investigatore, semplicemente imparo e riesco.

Ho imparato a gestire gli altri, ad insegnare, a guidare e a non aver paura.
Ammettere di non riuscire a lasciarsi andare e farsi amare, è diventare grandi?
Voglio smettere di proteggermi e rifugiarmi nel mio immaginario ogni volta che qualcosa non va.
Voglio quindi riuscirò.

Avevo deciso di non scrivere niente, ma non posso negarlo, ho l'ansia d'attesa.
Attendo un messaggio su uzap, su facebook, un qualcosa. PerSuperCazzola!
Qualcosa che mi confermi che il tempo è stato bello insieme. Che non è solo gentilezza, confusa.
Ecco. Fermatemi il cervello. Vi prego.
Perfavore. Fatelo.
Ti prego.
Aiuto.
Ciao.


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